Amici?

Noi, immigrati digitali

Siamo o non siamo nati prima dell’era tecnologica?


Ebbene sì, tutti noi che siamo nati prima del 1995 veniamo chiamati “immigrati digitali” mentre i nati dopo questa data sono “nativi digitali”, nati e cresciuti insieme alle tecnologie digitali.

Per molti, essere nati nell’era pre tecnologica e trovarsi oggi catapultati nella quotidianità digitale convivendo con i nativi digitali è disarmante.

Una lingua nuova da imparare

I ricercatori comportamentali lo hanno paragonato al linguaggio, ossia che per i nativi digitali, la tecnologia è la lingua madre mentre per gli immigrati digitali è una lingua straniera, da imparare.

Questa analogia evidenzia lo sforzo che gli immigrati digitali devono o hanno dovuto compiere per utilizzare la tecnologia.

Come per tutto poi, c’è chi ha più facilità, chi è curioso e vuole subito sperimentare… ma ci sono molti invece che hanno timore o che non hanno lo stimolo ad utilizzare dispositivi digitali.

Quando queste persone decidono di avvicinarsi (perchè il presente è digitale e non si può scappare) alla tecnologia in modo indipendente il più delle volte è un insuccesso, che può demoralizzare creando un atteggiamento di rifiuto.

Imparare le basi

L’antidoto, ma anche la prevenzione, è di imparare la base per ottenere una padronanza e controllo sul dispositivo che con il tempo migliorerà.

Spesso si chiede aiuto ai figli o nipoti, in fondo loro sono nativi digitali, per loro è un gioco.

Ma saper fare non vuol dire saper insegnare o trasmettere il come fare, soprattutto nel divario delle generazioni digitali, per questo motivo è importante rivolgersi a un professionista che sappia insegnare e dare la giusta motivazione.

Con le giuste basi la tecnologia diventa una quotidianità come scrivere, non tutti siamo poeti ma sappiamo scrivere e questo ci basta.